Dove andate erranti ebbri di solitudine?. È tempo. A compimento è questa terra. Dove andate?! Abitatori di un mondo ricettacolo di usurpatori e di padroni. Dove s'appresta il il pensiero spento del monco che ridiscende nel volo di un sogno sopito strappato alle mani di un bimbo. Congiunte le membra nel riposo del fanciullo. Lunga è la veglia della Madre. Terra... i suoi figli non hanno compreso e se ne sono andati lasciando rovine di vite bagnate dal nulla e forzieri senza più valore. Si adagia l'uomo tra le sue radici con un pugno di lacrime asciugate dal vento dell'est, vento straniero di rivalse che tutto mette a tacere nella penombra. E ancora sui campi di battaglie di potere membra distese dilaniate per un gioco che continua all'infinito. Incredulo ancora lo sguardo conserva il dubbio dell'atrocità estrema dei potenti. Selezione di razze e di uomini. Spezzata è l'ala del gabbiano che in tempo lontano volava alto al disopra di ogni costrizione. Tenta il volo a memoria di picchi lontani cari alla voce indefinita che da dentro grida. I centurioni puntarono il dito dell'accusa sulla loro vittima sacrificale predestinata, per dare un senso all'inizio della vostra storia, perché l'uomo trovasse la ragione della sua attesa portando il peso della prima colpa e della prima condanna. Il bene e il male vi fu dato in dono sin dal primo seme. Nella notte delle tenebre sguainarono le spade e fu inflitta la prima ferita dell'uomo, che divenne piaga nei secoli a divenire. In essa si annida il filo che vi lega. Mendicanti portatori compiacenti della ferita antica non avete mai cercato la guarigione. Ripulito la piaga dalle vostre impurità della carne. Né comprendere appieno chi fu l'uomo che osò immolarsi per il suo Credo. E fu scagliata dall'uomo la prima pietra sulla prima donna perché camminasse prostrandosi al peso della colpa. Cos'è la colpa se non la prigione dentro la quale vi hanno rinchiuso?. Perché la mente non chiedesse oltre l'illimitato gioco delle parti. Gioco di forza tra il potere. Le atrocità perpetrate dall'uomo sull'uomo, il suo simile. Il bene e il male ancora alla stessa stregua come lama di un rasoio su cui far scorrere le dita per farvi toccare il fondo dell'abisso. Nei giorni dei silenzi di Dio agì incontrastata la bestia che era in voi. Il bene e il male lanciati ancora sulle pedine di una dama. Si muove per mossa voluta l'araldo anticipatore. Avanza lo scudiero verso il nemico che porta il suo stesso volto. Il ribrezzo per i vostri simili, lo stupore il dolore il distacco dai vostri figli, il tutto vi ha aperto alla conoscenza estrema dell'amore ritrovando la vostra ferita aperta sulla quale voi stessi avete inflitto. E il sangue nella cui materia siete stati plasmati. E' tempo che vi destiate dai vostri sepolcri di pietra... l'effige che vi avete scolpito a memoria del vostro passare non è porta sicura. E' tempo del raduno. E' tempo di uscire allo scoperto prima che il vostro nome venga dimenticato. Prima che l'arduo filo che vi lega possa compiere il suo giro. Figli della luce, assordati dal suono della vostra catena, che ne avete fatto del tempo e del vostro antico patto se i grani scorrono nel silenzio monotono dell'immobilità assoluta e perenne come vento del deserto. C'era già una ragione. L'attesa ascetica del concepibile che ci univa figli di sempre al grembo dell'universo. Ibridi steli, trascinati da venti contrari, talvolta sconosciuti a voi stessi, sempre alla ricerca della luce per crescere alti senza mai professarlo. Cieche talpe striscianti nelle prigioni delle vostre tane preda d'altri cercando devianti ragioni .Il tempo delle dimore nascoste più non vi si addice. Vi è ribellione alla forma che intuite plasmata male all'inizio. Incoerente e inaccettabile l'adagiarsi con le mani congiunte nell'oblio di un'attesa. Non è più sopportabile. Chi ha indotto il primo sonno sapendo già di un risveglio e l'inizio del poi. Chi ha aperto le scatole della coscienza e della conoscenza fautore di un principio che tale rimase imponendosi e dando il senso al corpo di un universo immateriale poiché distante e temporaneamente incomprensibile nelle sue leggi. Tutto ebbe inizio da una voce eterea capace di entrare viva nei primordi e risvegliare un universo assonato e muto tenuto da una rete di vuoto abissale .La paura d'affacciarvi in esso vi ha tenuto bambini per lungo tempo. Ed è stato il primo giro oltre il ponte che univa il primo anello alla catena .Disgiunti come l'orso si disgiunge dai suoi figli non senza dolore perché imparino a vivere e crescere seppur lasciati alla deriva. Mendicanti di ragioni alla ricerca oltre il muro dell'impenetrabile dell'imperscrutabile, oltre le viscere della terra dove sino ad oggi avete strisciato ignari vermi senza ribellione cercando cibo per il corpo come unico sostentamento. Il silenzio di taluni non lasciò traccia, infauste schiere di popoli passati e silenzio sulle rovine. Abbandonati gli scudi e gli elmi sui campi di battaglia. Per quale ragione combattuta se non per l'odio ed il possesso. Accenni di vittoria sulle mani insanguinate. Il rigetto della grande Madre. Niente è più. Chi tiene i fili della ragione del poi laverà ogni tempo dall'assurdo e a lungo dovrà parlare alle schiere. Tenuto ha le redini il cocchiere perché il tempo non precipitasse nell'abisso. Sviate le vostre strade dalla ragione come sonnambuli fustigate di pensieri insulsi il vostro quotidiano. Vortici si apprestano ad entrare nelle vostre sfere. La prima luna inverte il suo giro. Coraggio andate a ritrovare ciò che vaga del falso e disperdetelo come i lapilli di un vulcano che possa ritrovare riposo nel nulla delle parti. Il quoziente sopito ha teso le trappole dell'inganno. Soccombe l'ala dell'aquila ribellatasi al padrone che la vuole cieca. Porta calzari di pelle chi professa verità. Era più facile non sopraffare il padrone che guarda dall'alto del suo colle il popolo delle formiche. Dove cercate l'uomo che non è fatto di membra e di sangue se non vi separate con dolore dalle vostre radici?. Il passo che può camminare oltre i cieli non ha bisogno del comando delle membra riportato da una sinapsi . Ciò che non è materia è inafferrabile per voi ancora adagiati nelle coltri di un profondo sonno. Per voi che con occhi sonnambuli non guardate oltre lo schermo di un programma già definito dalle vostre leggi di comodo per taluni. Non accendete i vostri sensi se non toccate con mano. Né ascoltate la voce silenziosa che è dentro di voi. Né udite il suono del baccello che si apre alla luce. Voi stessi siete dentro al baccello inconsapevoli attendendo lo schiocco dell'apertura. Vi accendete a comando come vuoti burattini soffocando nel nulla della domanda che sempre vi siete posti temendola. Soffocando il grido che non avete mai liberato dalle vostre fauci. Ma l'uomo è poca cosa... è solo il passaggio aldilà del fiume è solo la scorza che contiene il frutto. Il frutto è maturo se vi lasciate dietro l'ipocrisia del vostro breve mondo che vi ha costruito a perfetta somiglianza gli uni dagli altri. Legati l'un l'altro alla catena come una processione di candele spente. In un unico passo silente su strade svianti. Il frutto è maturo se portate con voi solo due cose L'anima e il passaggio ed ogni viaggio avrà tracciato il tempo. L'albero è rifiorito alla stagione dei domani ma voi non fate che cogliere solo ciò che vedono i vostri occhi e i vostri forzieri. Potreste voi stessi seppellirvi nei vostri materialismi di comodo nelle vostre abitudini e disinganni piacevoli, potreste sentirvi un giorno soffocare dalla vostra stessa materia e provare disgusto. Dove cercate ciò che si appresta a divenire se già lo conoscete ed è racchiuso in voi come un universo?. Non andate per via latrando lamenti inquieti come cani. Avete strappato la catena ma non avete liberato la scorza, tolto l'involucro, frammentato e diviso le parti dal frutto, liberato la vostra sete, spalancato le fauci nell'urlo liberatorio dell'inizio. Vi aggirate come randagi senza prestarvi attenzione l'un l'altro come fonti secche. Lugubre è il suono della fonte che più non scorre infinita tra le vostre pietre. E se tutto venisse a mancare? Non cogliereste più il grano a piene mani considerandolo un dato certo e superfluo, né tanto meno la fatica dell'uomo che ha compreso il suo donare . A chi dareste le vostre elemosine se non a voi stessi mendicanti di vita? L'aria è divenuta salubre e pesante in certi luoghi. Si avverte la necessità di un respiro nuovo che non sappia delle cose banali di sempre. Liberate il mondo dall'ipocrisia e dai fuochi fatui dove non arde nessuna fiamma. Se tutto tornasse una buia valle di desolazione e di silenzio verrebbe allo scoperto la vostra paura posti di fronte alla vostra vera identità. Vi tendereste le mani l'un l'altro poiché questo è ciò che darà inizio al risveglio o aprirete le vostre tombe? La terra ha rigenerato i suoi figli dalle ceneri antiche riportandovi il mistero dei popoli nel vortice di un passaggio. Le colline mute attendono il passo dell'avvio. Cercate la voce che ha dato nome all'Alba! Ho visto caricare le navi e voi vi siete già saliti attendendo sulla prua con la paura dell'imbrunire. Muta coltre avvolge il tutto prima dell'impatto. Cercate i suoni che vi resero figli della quinta luna. Cercate il senso delle parole dette, l'elevazione, le parole degli antichi profeti, lo stupore, l'emozione che si fa pianto e gioia e divenite!Spegnete le ombre che si allungano nella sera quando vi adagiate al vostro sonno. Vi è transito di voci senza dubbio alcuno appartenenti a razze di passate soglie che annunciano la Liberazione. Ancora si aggirano i viandanti ebbri di solitudine in cerca di libertà. La Libertà è oltrepassare porte. Mondo di fame implora ausilio di pochi dai pieni forzieri. Il bene e il male verranno liberati e l'anima dividerà le due ceste . Verranno tradotti i prigionieri legati gli uni agli altri a formare la catena. Nessun anello verrà tralasciato. Quando la clessidra del tempo avrà consumato i suoi grani- il cero consumato la sua fiamma- un filo ancora di fumo sulle braci della terra- vuotati i vostri granai- la sabbia del deserto avvolgerà ogni luogo come un pietoso velo - cancellando l'impronta dei vostri sandali. Quando sarà lavata l'impetigine della vostra anima al lavacro della conoscenza, non più bene o male ma cognizione del sasso e dell'inciampo, del pugnale che inflisse la ferita e cercò la risposta. Quando vi cercherete l'un l'altro non più branco ma gregge che brama il pastore alla guida prima che sopraggiunga l'imbrunire allora sarà il tempo! Un poco mi dispiace vedervi così soli alla ricerca perenne della vostra essenza senza trovarvi mai la trama. Qui l'Amore tra i fratelli è possibile! È uno spettacolo, un estasi meravigliosa che voi, nemmeno in sogno avete mai sognato tutto questo! Aprite le porte al messaggero, che entri, con il vostro permesso, risvegliate le vostre membra dal torpore dal sogno deforme. Poiché ogni volta avreste detto :- mi è dovuto! - non avete compreso l'alba delle cose e il tramonto della vostra fatua ebbrezza . Poiché ogni volta avreste detto :- mi è dovuto!- non avete compreso il Dono che si prostra generoso senza remora alcuna e non muta. Nel silenzio dell'attesa dopo l'abisso il tutto avrà posto le ali alla vostra mente e al vostro cuore, un ultimo bagliore, ancora un guizzo, e dalle tenebre avanzerà la Luce. E voi, lo scudiscio e la spada, voi stessi il nemico che ha martoriato le vostre carni, giudicato e pianto il vostro stesso figlio , voi, l'odio e l'amore, vi risolleverete dalle quattro zampe anelando alla Luce. Alzatevi popolo di sonnambuli! Udite il canto degli Esseri alati! I Guardiani delle porte!e apprestatevi sulla via....avvertite il passo che cambia
Hai udito?
Ti ho chiamato per nome...col tuo nome di sempre che so.